Dipendenza da sport: quali conseguenze?

Tennis, corsa, calcio, pallacanestro, canottaggio, ginnastica, atletica, surf, ippica… esistono così tanti sport che è impossibile non trovarne uno di proprio gradimento. L’attività fisica apporta una grande quantità di benefici al corpo e alla mente, ma attenzione! Ci sono fattori, circostanze e situazioni che possono trasformare il volere in dovere. Finiamo così per sviluppare una dipendenza da sport, che svolgiamo per obbligo e non per godere del tempo che dedichiamo a esso. Costringersi a svolgere attività fisica non è gratificante né consigliabile. 

Svolgere attività fisica due o tre volte alla settimana offre numerosi benefici di tipo emotivo, psicologico e fisico. Da una parte, contribuisce a farci staccare la spina dagli oneri o dalle fonti di preoccupazione, rendendoci più forti di fronte a possibili picchi di stress. 

Il problema si presenta quando abusiamo di qualcosa di sano rendendolo pericoloso. Se lo sport diventa un’ossessione, può essere causa di seri disturbi psicologici. Può causare anche ansia che, con il tempo, si tramuta in una profonda depressione o in malinconia perpetua.

Ad esempio, è frequente sforzarci di fare sport perché crediamo che rappresenti una valvola di sfogo. Nulla di più lontano dalla realtà: i nostri conflitti sono ancora presenti dopo l’attività fisica e indipendentemente dal numero di ore che vi abbiamo dedicato. Non possiamo risolverli evitandoli, fuggendo o rifugiandoci in altre attività. È questo il motivo per cui se un giorno non facciamo sport, l’ansia che cerchiamo di camuffare sale a galla.

Lo sport è ottimo per produrre endorfine in modo naturale. Questi peptidi oppiodi alleviano il dolore e generano una sensazione di intenso benessere. Lo sport ci aiuta dunque a mantenere il buonumore, a ridurre la tristezza e a rafforzare il sistema immunitario.

Tuttavia, quando soffriamo di questa forte sensazione di dipendenza, notiamo irascibilità, irritabilità, nervosismo e ansia. Si verifica un paradosso: lo sport praticato in maniera assidua ci rende felici, ma da un certo punto in poi è la sofferenza ad assumere il ruolo da protagonista.

È altamente consigliato abituare i più piccoli a realizzare attività ricreative relazionate allo sport. Grazie a esse, migliorano le loro abilità e destrezze sociali e motorie, inoltre arricchiscono il loro repertorio di valori e condotte autonome. In questo senso, iscrivere i propri figli ad attività extrascolastiche può aumentarne la stimolazione sensoriale e polimodale, contribuendo a uno sviluppo più completo e integrale.

Tuttavia, se l’attività fisica che realizzano non li soddisfa, a poco a poco questa si trasformerà in un peso emotivo che finirà senz’altro per avere conseguenze negative in altri ambiti della loro vita.

Si tende a pensare spesso che a tutti i bambini piaccia il calcio e, dunque, che il fine settimana debbano fare delle partite con i loro compagni. Prima di decidere per i propri figli, però, conviene osservarli: abilità, coordinazione visuo-motoria, interessi e lasciare che esprimano come si sentono quando giocano in squadra e, in particolar modo, se sono felici realizzando lo sport in questione.

Ricordate che fare sport è positivo e molto sano, inoltre è possibile scegliere tra attività individuali o di squadra. L’importante, tuttavia, è che non prenda il controllo della nostra vita e che non definisca le nostre relazioni sociali, bensì che rappresenti un ulteriore strumento per raggiungere la felicità giornaliera.

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